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Riapre la Domus Tiberiana: dopo 50 anni torna visitabile il primo palazzo degli imperatori romani

Riapre la Domus Tiberiana: dopo 50 anni torna visitabile il primo palazzo degli imperatori romani

Entrare nel primo palazzo imperiale sul colle Palatino. Un’emozione che valeva l’attesa durata cinquanta anni. Da oggi sarà possibile percorrere il medesimo tragitto, seguito per secoli dagli imperatori e dalla corte, e accedere alla Domus Tiberiana, dove stucchi, affreschi e sculture ci lasciano immaginare lo splendore della prima residenza dei sovrani di Roma.

La Domus, che si innalza con la sua mole prodigiosa sul Foro Romano, è tornata visitabile contestualmente all’annuncio di importanti scoperte. La sua denominazione rimanda a Tiberio (14-37 d.C.), ma gli archeologi, in base ai ritrovamenti e agli studi effettuati negli ultimi anni, propendono per una datazione del complesso, nella sua prima fase costruttiva, all’età di Nerone (54-68 d.C.).

«Imago Imperii» è il titolo, potentemente suggestivo, scelto per l’allestimento museale permanente (curato da Alfonsina Russo, Maria Grazia Filetici, Martina Almonte e Fulvio Coletti), che guida il visitatore attraverso tredici ambienti del complesso, trasformati in altrettante sale espositive. Proprio qui, dove gli imperatori vissero ed esercitarono il loro dominio sulla città, preziosi reperti dipanano sotto i nostri occhi la lunghissima vita del palazzo: dal I secolo d.C. fino all’epoca rinascimentale, quando il cardinale Alessandro Farnese, nipote di Paolo III, inglobò la residenza nei propri Horti di delizie.

Ci troviamo nelle sostruzioni (strutture di sostegno) del fronte nord del palazzo, in quelli che erano gli ambienti di servizio della Domus, chiusa negli anni Settanta a causa dei rischi legati al dissesto statico e geologico.  Complessi lavori di restauro e di consolidamento ne hanno permesso ora la riapertura, ricreando l’originaria connessione fra Palatino e Foro Romano.

«Grazie a questo intervento – ha detto Alfonsina Russo – è stata ripristinata la circolarità dei percorsi tra il Foro Romano e il Palatino, attraverso la rampa di Domiziano a ovest, e il clivo palatino a est, che porta al palazzo attraversando i giardini degli Horti Farnesiani».

Le sale espositive risalgono all’età adrianea, difatti il palazzo ha conosciuto varie fasi: la prima monumentalizzazione delle strutture si deve a Nerone, subito dopo l’incendio di Roma del 64 d.C. Poi furono soprattutto Domiziano e Adriano ad ampliare la struttura palaziale, che raggiunse l’estensione di 4 ettari. Gli ambienti di epoca adrianea ospitano, fra le belle strutture in opus mixtum con pavimenti mosaicati, frammenti della vita di tutti i giorni: monete, lucerne, anfore vinarie, oltre a straordinarie creazioni artistiche, come le sculture in terracotta, dal morbido modellato, di un artista di età cesariana, o la grande tigre scolpita nell’alabastro fiorito. Non sono meno preziosi gli stucchi che rivestono il sottarco del cosiddetto ponte di Caligola o gli affreschi, di un adiacente ambiente, con raffinati motivi dionisiaci.

Le vetrate delle sale affacciano sul Foro, il colpo d’occhio sulla Casa delle Vestali e, da lì, fino all’Arco di Settimio Severo, è degno di un imperatore. Calate le ombre, una volta chiusi gli accessi del Foro Romano e del Palatino, lo spettacolo non si esaurisce. L’illuminazione serale, grazie alla sponsorizzazione tecnica di Acea, consentirà, da stasera, di vedere le arcate della Domus Tiberiana stagliarsi possenti nella notte romana.